Organo Monumentale di San Domenico


Organo Monumentale San DomenicoDopo l’impresa straordinaria del restauro della chiesa di San Domenico e della sua riapertura al culto, il Comitato San Domenico, guidato dal parroco della chiesa, Monsignor Luigi Bardotti, ha deciso di dotare la grande basilica di un organo prestigioso come quello che la corredava in passato.

La Chiesa di San Domenico : gli anni bui Nel 1810 il governo francese si impossessa dell’intero complesso, estromettendo i religiosi che debbono abbandonare il convento. Nel 1862 la comunità religiosa viene soppressa e tutta la struttura diviene proprietà del demanio. Il convento viene adibito a quartiere militare mentre la chiesa è destinata a scuderia.

Don Mariano Pandolfi redige, in quegli anni una puntuale ed accorata cronaca delle vicissitudini subite dalla chiesa, in seguito ripresa dal nipote don Vincenzo Boschi. Dalle cronache risulta come la chiesa fosse ridotta in balìa di chiunque: le canne dell’organo, famose perché di particolare foggia a tortiglione, vengono smontate dai ragazzi che le suonavano in strada come pifferi.

I quattordici altari vengono tutti distrutti, i marmi trafugati, la biblioteca saccheggiata, le campane vendute ad un forestiero e spaccate per rifonderle. Solo il crocefisso di legno scolpito si salva grazie al Vescovo Mons. Carletti che lo fa collocare nella chiesa di S. Barbara in Agro da lui fatta erigere nel 1866. Dal 1924 al 1940 la chiesa è adibita a segheria.

Nel 1966 la dott.ssa Luisa Mortari, direttrice del Museo Civico di Rieti, fa eseguire parziali restauri e il distacco dei pochi affreschi rimasti, oggi conservati in parte nel Museo civico e in parte nel Museo Diocesano.

Nel 1979, a causa del terremoto e dell’incuria, il tetto crolla e l’edificio viene invaso dalla vegetazione.

Il Recupero

San Domenico rivive l’8 giugno 1994 il Comune di Rieti, che aveva in consegna San Domenico, l’affida a Mons. Luigi Bardotti, parroco di Santa Lucia, per restituirla al culto.

La chiesa è in completo stato di abbandono ma Don Luigi non si perde d’animo e costituisce il Comitato per il recupero dell’edificio. Nel giro di poco tempo iniziano i lavori: viene ricostruito il tetto a capriate in travi di castagno, ripulite le pareti, rifatto il pavimento in cotto e riposizionate cinque nuove campane.

Finalmente il 18 dicembre 1999 la chiesa di San Domenico è riaperta al culto ed entra a far parte del novero delle chiese del grande Giubileo del III° Millennio.